La misura della neve, sia fresca, che accumulata sul terreno, è molto importante in ambito alpino. Infatti essa è una componente rilevante della meteorologia e climatologia alpina, caratterizzando il paesaggio (e tutto ciò che ne consegue) per i mesi invernali.

Di anno in anno la copertura nevosa varia molto, sia in spessore massimo, sia nell’estensione temporale. Questi aspetti sono molto interessanti da studiare, e grazie alle stazioni meteorologiche automatiche sono anche molto più semplici da registrare.

La stazione dell'Alpe Veglia con l'asta nivometrica (novembre 2019)

Ad oggi la rete più diffusa sul territorio piemontese di rilevamenti nivologici è quella dell’ARPA, che conta circa 80 stazioni dislocate principalmente sulle montagne, ma con anche qualche punto di misura sulle pianure.

Le misure automatiche avvengono con dei nivometri ad ultrasuoni, composti da una coppia di trasduttori: un emettitore e un ricevitore. Come principio di funzionamento è molto simile a quello dell’anemometro sonico, infatti conoscendo la velocità del suono (corretta con la temperatura), il nivometro calcola l’altezza della neve dal tempo di volo del pacchetto sonoro (andata e ritorno) riflesso dalla superficie della neve.

Il nivometro dell'Alpe Veglia

Qui a fianco e sopra, si può vedere il nivometro installato presso la stazione dell’Alpe Veglia, questo strumento è stato costruito nei nostri laboratori e utilizzato in via sperimentale nella campagna dell’Alpe Veglia.

L’incertezza associata a questo strumento è di 1.5-4 cm e la sua portata massima di 5 metri.

Le misure manuali di neve invece richiedono un operatore sul posto tutti i giorni, in modo da poter misurare la neve fresca di ogni giornata depositata su una tavoletta di legno pulita giornalmente. In alternativa è possibile ottenere l’altezza della neve con le aste nivometriche (come quella nella foto iniziale), in cui si misura lo strato di neve al suolo, unendo neve fresca, trasformata, compattata e anche quella trasportata dal vento.

La difficoltà maggiore è quindi scegliere nel modo migliore il sito per la misura della neve, in modo che non sia troppo o troppo poco riparato dal vento, e troppo in ombra (riducendo così l’effetto del sole).

Nel caso della stazione dell’Alpe Veglia il luogo individuato dall’ARPA è nel lariceto, in modo da limitare il trasporto eolico, mentre la stazione micrometeorologica è in campo aperto, per misurare al meglio i flussi di calore e la turbolenza, e il dato di neve è utilissimo a conoscere quanto sono “alti” gli strumenti rispetto al suolo.


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